Palermo, 13 giugno 2005 - “I partiti
si sono impegnati troppo tardi e la Chiesa lo ha fatto troppo presto”.
Lapidaria Valeria Ajovalasit, presidente nazionale di Arcidonna, poco dopo i
risultati referendari.
“Per fortuna – continua – esiste e resiste in Italia un elettorato,
composto da circa 12 milioni e mezzo di persone, libero e responsabile che non
ha paura di esprimersi, né ha voglia di sottostare ad alcun voto controllato
ed esercita il proprio diritto democratico per l’affermazione di principi
laici sui diritti civili”.
“Quella della Chiesa è una vittoria vuota, una vittoria di Pirro
che fa arretrare il confronto tra laici e cattolici, tra valori e principi differenti.
Scegliere l’astensione come strumento politico
in un sistema democratico serve solo ad allontanare l’elettorato dalla
partecipazione attiva e da qualsiasi assunzione di responsabilità.
E che lo abbiano fatto i massimi rappresentanti delle istituzioni, i presidenti
di Senato e Camera Pera e Casini, chiamati a difendere, prima di tutto, la laicità
dello stato, è stato gravissimo. Inspiegabile, inoltre, la posizione
di Francesco Rutelli, segretario del partito della Margherita, colpevole di
essersi rifugiato sotto una comoda e strumentale ala clericale”.
“Da domani – continua la Ajovalasit – bisognerà ricominciare
a ricostruire una cultura laica, a partire dalle scuole primarie e continuando,
per esempio, con l’informazione pubblica ormai ostaggio del clericalismo
delle gerarchie cattoliche.”
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