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AFGANISTAN: STUPRO IN FAMIGLIA. E' LEGALE Stampa E-mail

Mentre all'Aja la comunità internazionale discute del futuro dell'Afghanistan, scoppia la polemica, a Kabul e non solo, per una legge recentemente approvata dal parlamento afghano che, secondo l'interpretazione di fonti delle Nazioni Unite e di diverse associazioni per i diritti delle donne, obbliga le mogli ad avere rapporti sessuali con il marito e vieta loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. «I diritti delle donne in Afghanistan sono un motivo di «assoluta preoccupazione» per gli Stati Uniti, ha detto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in un incontro stampa all'Aja. «Non si può sviluppare un paese se metà della sua popolazione viene oppresso», ha aggiunto Hillary Clinton, senza citare la legge al centro delle polemiche.

IL NO DELL'ITALIA- La legge ha causato una levata di scudi anche in Italia: «Non possiamo girare lo sguardo dall'altra parte ed essere indifferenti a quanto sta accadendo in Afghanistan, un Paese che, anche se lontano, ha di fatto legalizzato la barbarie nei confronti delle donne»: ha detto il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna.

«Inconcepibile e molto preoccupante la deriva che il governo afgano sta intraprendendo, – dichiara Valeria Ajovalasit, Presidente nazionale di Arcidonna, - ai danni delle donne che di fatto in questo paese non hanno alcun diritto. Questa legge è sintomo di quell’arretratezza culturale che, come conviene che sia, dà potere agli uomini e relega le donne in una condizione di assoluta sottomissione; in un paese che non “brilla” di certo per democrazia, gli Stati impegnati sul territorio afgano non devono assolutamente abbassare la guardia sulla questione dei diritti e delle libertà delle donne che sono forza e motore di sviluppo in tutti i paesi del mondo. Afganistan compreso.»

 
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