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Arcidonna News ABORTO, ARCIDONNA: "IL MOVIMENTO DELLE DONNE C'E' ED E' FORTE, MA MANCA L'ATTENZIONE DELLA POLITICA E DEI MEDIA"
ABORTO, ARCIDONNA: "IL MOVIMENTO DELLE DONNE C'E' ED E' FORTE, MA MANCA L'ATTENZIONE DELLA POLITICA E DEI MEDIA" Stampa E-mail
I diritti e le libertà delle donne vengono quotidianamente attaccati dal Vaticano, dai teocon e dai laici devoti, mentre lo Stato si dimostra debole e incerto nel difendere con orgoglio i principi laici su cui si fonda. Colpa di una classe politica che non dà cittadinanza al vasto movimento delle donne. Ma anche colpa di un sistema dell'informazione che non riesce ad entrare nel merito di questioni delicate come l'aborto

Non è più accettabile che a questo clima reazionario e bigotto instaurato dai ripetuti attacchi del Vaticano, dei teocon e dei laici devoti alla legge sull'aborto, faccia da contraltare uno Stato che si dimostra debole e incerto nel difendere con orgoglio i principi laici su cui si fonda. In particolare, preoccupa constatare come i diritti e le libertà delle donne, quei diritti conquistati a seguito di uno storico processo di democratizzazione del paese, vengano messi continuamente in discussione, senza che né la politica, né il mondo dell'informazione, salvo rare eccezioni (gli interventi della ministra Pollastrini, ad esempio), diano adeguato spazio alla voce delle dirette interessate". Lo ha detto Valeria Ajovalasit, presidente nazionale di Arcidonna, che aggiunge: "Il femminismo italiano non è scomparso, a differenza di quanto taluni commentatori hanno di recente affermato. In questi anni, c'è stata invece una costante ricerca ed elaborazione che ha portato ad un femminismo moderno. Ma ogni volta che in questo paese si toccano i diritti delle donne, ciò che emerge è un clima di crociata che non porta ad affrontare pubblicamente nel merito le questioni. Sull'aborto, ad esempio, si parla tanto di diritto alla vita e obiezione di coscienza, quando sarebbe più corretto parlare di educazione e prevenzione a partire dalle scuole, di una rete di servizi sociali e sanitari, ossia di quei mezzi che in uno stato civile e moderno permettono di prevenire il dramma dell'aborto. Certo,- continua la Ajovalasit - questo stato di cose non si può non legare alla carenza di partecipazione democratica delle donne alla politica italiana (la pattuglia femminile nel Parlamento italiano raggiunge appena il 16 per cento, dato che ci avvicina al Terzo mondo). D'altro canto, manca un'adeguata copertura dei mezzi d'informazione di ciò che le associazioni e il movimento delle donne continuano a fare ogni giorno con fatica e lontano dalle luci della ribalta. Per questo, oggi in Italia è quasi impossibile far emergere tra i trambusti del dibattito pubblico un semplice concetto: quello che sui diritti delle donne non si può e non si deve tornare indietro".
4 febbraio 2008

 
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