Forum Italiano

Salve a voi tutti, sono la nuova animatrice del Forum Mainstreaming (fra poco su i vostri schermi) ; mi chiamo Fabienne Rinaldi e sono francese (quindi ci sarano diverse errori in italiano e in inglese che vi prego di scusare sin da ora !). Il mio ruolo sarà di inviarvi diversi argomenti di conversazione in differenti campi tutti più interessanti ovviamente ! Il primo tratterà dell'uguaglianza di accesso alla politica per le donne e sarà fondato sulle ultime ellezioni per il municipio svolte in Francia. A presto.


PRIMO TEMA

25 Marzo 2001 "Pro o contro la legge sulla parità uomini-donne in politica"

CONTRIBUTI AL PRIMO TEMA

RIASSUNTO PRIMO TEMA

28 Maggio 2001 Riassunto


SECONDO TEMA

20 Aprile 2001 Movimento "Le Cagne da Guardia" per lottare contro le ingiurie o altre oscenità rivolte alle donne politiche

CONTRIBUTI AL SECONDO TEMA


TERZO TEMA

29 Maggio 2001 "Pari salario e Organizzazione degli orari di lavoro"

CONTRIBUTI AL TERZO TEMA


TEMI PER IL MENTORING POLITICO

02 Maggio 2001 Rapporti fra vita privata e politica

19 Giugno 2001 Domande per le mentor

CONSIGLI DALLE DONNE POLITICHE PER IL MENTORING


PRIMO TEMA

25 Marzo 2001 "Pro o contro la legge sulla parità uomini-donne in politica"

Al momento della prima applicazione in Francia della legge (http://www.Journal-Officiel.fr) sulla parità uomini-donne in politica (elezioni dell'11 e 18 marzo 2001), legge che impone ai partiti politici di inserire all'interno delle liste elletorali per le elezioni comunali un uguale numero di nomi di donne e di uomini, si ripropone la questione dell'opportunità di tale legge. Infatti, dobbiamo ricordare che sul voto di questa legge non c'è stata unanimità (vedi, per esempio, gli argomenti di Elisabeth Badinter, filosofa, http://www.lemonde.fr).
Diversi punti possono essere dibattuti :
1) Come spiegare che le donne, in Francia, partecipano così poco alla politica ?
2) Come spiegare che un paese così moderno come la Francia sia stato costretto a votare una legge finalizzata a garantire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica ?
3) La politica delle "quote" è un mezzo appropriato per l'emancipazione delle donne in politica o, al contrario, conduce a considerare le donne come una minoranza che necessita una particolare protezione (discriminazione positiva) ?
4) A tal proposito, possono le donne essere considerate come costituenti una minoranza quando rappresentano numericamente la maggioranza ?
5) Può la legge condurre a un cambiamento della mentalità ?
6) Quale è la forza delle donne in politica ?


CONTRIBUTI AL PRIMO TEMA

  • 10 Aprile 2001 Contributo di Gunilla Sterner (Stockholm)

    "penso che i due metodi per aumentare il numero di donne in politica sono, per l'uno, di mettere un nome di donna per ogni nome di uomo sulle liste elettorali. Questo comunque è nel potere dei partiti politici. Pero, se il libro metodo non funziona, si puo' sempre possibile decidere di votare una legge con delle "quote" come è stato fatto in certi paesi come la Francia, per le elezioni comunali, e l'India al livello locale. C'è anche bisogno di mentori e reti tra le donne in politica finché conservare una forza nonostante tutte le resistenze. C'è anche bisogno di organizare delle condizione di lavora per gli uomini e per le donne, come organizare i meetings in giornata, dando la possibilità di essere un politico e, anche, una madre e un padre."

    questo messaggio ci permette di riflettere sulle modifiche necessarie all'aumento della ciffra delle donne in politica : numerosi problemi impediscono alle donne di entrare in politica, come il controllo esercitato dai partiti politivi e, anche, gli orari di un politico che sembra ostacolare la vita di famiglia... pero, sto pensando che in altre professioni gli orari di lavoro so importanti e, nonostante cio', le donne sono diventate medici, ingegniere, ecc., avendo una vita di famiglia. Quindi, la politica riunisce troppi problemi ? le donne vogliono veramente entrare in politica ? Gli uomini vogliono che le donne entrino in politica ? Le donne sono pronte a combattere per essere riconosciute come pari a gli uomini in questo campo ? (hanno combattuto per il dirito di votare, rimane a combattere per essere elette ?)

    Sono cuirosa di conoscere la situazione delle donne nella politica in ogni paese (se possibile). Sarebbe molto interessante ricevere delle informazioni sull'esistenza di gruppi che intendono aumentare il numero delle donne in politica e questo per tutti i paesi !


  • 12 Aprile 2001 Contributo di Gunnel Sjöstedt Karlsson, County Administration of Stockholm

    1) [domanda : Come spiegare che le donne, in Francia, partecipano cosí poco alla politica ?] Non so quello che è per la Francia, mar per la Svezia penso a qualche raggione :
    - responsabilità familiari
    - condizione di vita in politica decise da gli uomini e no dalle donne
    - costumi
    - ecc

    2) [domanda : Come spiegare che un paese così moderno come la Francia sia stato costretto a votare una legge finalizzata a garantire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica ?] In Svezia, avevamo una Carta governativa mirando a aumentare il numero di donne in politica e al Parlamento. Si intitolava, più o meno, " Every second a lady " e il testo conteneva un certo numero di azioni adatte a modificare l'equilibrio tra donne e uomini in politica. Non pensevamo essere un paese che poteva vantarsi di conoscere una parità di genere visto che c'erano cosi' poche donne in politica ! E' importante per la democrazia che le donne e gli uomini siano rappresentati in un uguale numero negli organi de decisione. Viste che la maggior parte delle società sono governate con un sistema di discriminazione contro le donne - Regola n° 1 : esiste una gerarchia tra i generi in cui l'uomo occupa una posizione dominante, la donna essendo messa in una posizione subordinata (NOTA : non si trata necessariamente dei casi individuali ma della struttura delle società). Regola n° 2 : ci sono delle regole/nascoste/ che distinguono tra uomini e donne. Quello che le donne fanno vale meno di quello che gli uomini fanno, ecc. - dobbiamo adottare delle misure positive finché cambiare il sistema. La Svezia ha ora una importante proporzione di donne al Parlamento e negli organi eletti al livello regionale e locale, in parte grazie a esempi, i partiti politici hanno inscritto sulle liste elettorale un numero pari di nome di donne e di uomini.
    Sfortunatamente in proporzione insufficiente, i giovani politici, fra cui donne, devono lottare fortamente per essere ascoltati quando i politici più anziani decidono del calendario. Per rispondere alla domanda di sapere perché un paese come la Francia ha dovuto votare una legge per fare si' che le donne partecipino alla politica, non penso che delle modifiche nella struttura del potere possano avvenire senza delle misure positive. Anche quando, impiegherebbe troppo tempo. Questo non vale soltanto per la Francia ma anche per tutte le società moderne quando il sistema di discriminazione contro le donne procede ogni giorno !

    3) [domanda : La politica delle "quote" è un mezzo appropriato per l'emancipazione delle donne in politica o, al contrario, conduce a considerare le donne come una minoranza che necessita una particolare protezione ?] Penso che la politica delle " quote " è il mezzo più rapido per cambiare la situazione attuale. Visto che gli uomini benefiscono di una discriminazione positiva ogni giorno e in ogni occasione, incosciamente e nel sistema di discriminazione contro le donne, dobbiamo provare di applicare le stesse regole finché impostare un equilibrio.

    4) [domanda : A tal proposito, possono le donne essere considerate come costituenti una minoranza quando rappresentano numericamente la maggioranza ?] Anche se le donne rappresentano più della metà della populazione, il sistema di discriminazione contro le donne ci piazza in una posizione subordinata e questo deve essere cambiato da noi, con l'aiuto di uomini e di donne che capiscono questo, grazie alle legge, grazie alle Carte governative, grazie a delle azioni per la Parità dei generi ecc. Le norme che conviene applicare ai gruppi sobordinati sono le stesse di quelle che devono essere applicate ai gruppi " minoritari ". Come potremmo spiegare che ci sia cosi' poco di donne tra gli organi di decisione ? I gruppi subordinati incontrono dei ostacoli : la " fissazione di un massimo " nella carriera, diverse tecniche per mantenere in posizione di inferiorità, meno importanza e meno valore datte alle azioni dei gruppi ecc.

    5) [domanda : Puó la legge condurre a un cambiamento della mentalità ?] Si', nelle mentalità di molti, ma non in tutte !

    6) [domanda : Qual è la forza delle donne in politica ?] Preferisco non parlare della forza delle donne e degli uomini - ogni donna e ogni uomo sono cosi' diversi nel proprio genere. Penso soltanto che le donne rappresentano la metà della populazione e poiché le donne e gli uomini vivono l'uno accanto all'altro spesso seguendo delle regole e delle condizioni di vità cosi' diverse, è il principio stesso della democrazia che richiede che donne e uomini dispongono de dirito di farsi sentire nella società. Una conseguenza della diversità dei modi di vivere tra donne e uomini é che essi hanno uno sguardo diverso sui soggetti di società, quello che condurebbe a una migliore società per tutti se potessimo tutti dire la nostra !


  • 26 Aprile 2001 Contributo di Julie Parrish, IEA Islington Enterprise Association (Londra)
  • 1) [domanda : Come spiegare che le donne, in Francia, partecipano cosi poco alla politica ?] Come abbiamo imparato dalle precedente Ricette, questo non accade soltanto in Francia.

    2) [domanda : Come spiegare che un paese così moderno come la Francia sia stato costretto a votare una legge finalizzata a garantire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica ?] Dobbiamo essere realisti, in un mondo ideale e uguale per tutti non ci sarebbe bisogno di legge per governare la società. E penso che non è realiste sperare che, un giorno, ci sarà un campo di uguaglianza soltanto grazie al comportamento umano. Nelle società, nelle culture, sono le norme che influenzano quello che riteniamo accettabile e non accettabile. L'essere umano evolve e all'interno di quest'evoluzione ri-pensiamo i nostri comportamenti per rendere certe situazioni accettabili.Ci sarà sempre bisogno di controllare le situazioni - per mantenere l'ordine. In principio, la legge permette di istituire delle regole, esse offre delle basi per codi di comportamento. Spesso la legge esiste per correggere le cose che vanno male, per sostenere le basi delle società (l'etica e la morale). Quindi, spesso, le leggi sono votate per aiutare e per proteggere - spesso i più vulnerabile della società. Ovviamente le leggi possono essere non rispettate ma almeno si ci può appoggiare per raddrizzare la situazione.
    Nella mia opinione è fondamentale che paese come la Francia o l'Inghilterra abbiano delle leggi che cercano di cambiare la società.

    3) [domanda : La politica delle "quote" è un mezzo appropriato per l'emancipazione delle donne in politica o, al contrario, conduce a considerare le donne come una minoranza che necessita una particolare protezione ?] Ogni misura positiva può essere un'arma a doppio taglio. Da un lato, l'azione positiva permette di attirare l'attenzione di una parte sempre più grande della popolazione sul problema, di imporre un nuovo equilibrio e di lavorare per una rappresentazione uguale. Dall'altro, esiste il rischio che i più cinici dicano "questa donna ha ottenuto il lavoro soltanto perché è una donna". La pratica ha dimostrato che le azioni imposte alla gente/alle organizzazioni/istituzioni possono essere viste in un modo negativo e essere rigettate. L'argomento deve essere discusso in una larga arena, a più livelli, e contemporaneamente deve emergere un'organizzazione abbastanza potente per fare sì che una donna ottenga un lavoro perché viene essere riconosciuta come la più brava. Le persone devono prima sentirsi sicuri per, dopo, potere nutrire ancora più sogni.
    Dobbiamo essere realisti, le donne sono in minoranza nella politica, quindi ovviamente è bene incoraggiare i partiti politici, grazie alla legge o rendendoli vergognosi, a andare verso un maggior equilibrio. Ma se ci deve essere sempre problemi di "richiesta e offerta" allora il problema persisterà.

    4) [domanda : A tal proposito, possono le donne essere considerate come costituenti una minoranza quando rappresentano numericamente la maggioranza ?] Se guardiamo alle statistiche è vero che le donne formano la maggioranza della popolazione, anche se questo è una tendenza fra le donne più grande. Il fatto che le donne abbiano sempre avuto un incarico tradizionale nel campo della carriera e il fatto che la vita politica richiede molto tempo possono spiegare che le donne entrano poco in politica. Si deve anche prendere in conto il tipo di donna che può entrare in politica : possono aspirare di più a questa tipo di carriera le donne che vengono da una fascia sociale alta.

    5) [domanda : Può la legge condurre a un cambiamento della mentalità ?] La legge può influenzare l'opinione. Cambierà le cose ? Le donne hanno combattuto forte in Inghilterra per accedere al diritto di votare. Forse l'attuale lotta è quella dell'uguaglianza in politica - il futuro ce lo dirà.

    6) [domanda : Qual è la forza delle donne in politica ?] Le donne hanno un modo diverso di vedere le cose, secondo la mia esperienza. Le donne tendono a essere dei migliori comunicatori e lavorano meglio in equipe. In oltre, sono più sensibile, quello che deve essere considerato come una forza e no come una debolezza. E' molto importante di avere delle donne che rappresentano il punto di vista femminile. Ormai, abbiamo un Ministro delle Donne e un'Unità delle Donne.

    Julie Parrish raccomanda di visitare il sito : www.womens-unit.gov.uk


  • 26 Aprile 2001 Contributo di Maria José Nicolás

Penso che quello che sta succedendo in Francia - di cui è risultata una regolazione legale della partecipazione femminile alla politica - Stia accadendo anche in Spagna e, specialmente, in Murcia.
Le donne partecipano difficilmente alla politica perché non conosciamo il percorso per essere candidate.
I partiti politici sono delle macchine complicate e sconosciute per la maggior parte di noi, e l'opportunità di entrare in questi partiti dovrebbe esserci data dandoci delle informazioni sulle attività che si svolgono.
Dovremmo richiedere la partecipazione di più donne nei partiti politici, specialmente quelle che già fanno parte di associazioni o organizzazioni sociali, culturali e economiche. Queste donne potrebbero portare la loro esperienza e le loro opinioni.
Comunque, non penso che la legge sia il migliore mezzo per aumentare la partecipazione delle donne alla politica perché corriamo il rischio di ottenere l'effetto contrario cioè di apparire nella società come delle persone deboli che vogliono trionfare sugli uomini, e questo potrebbe causare ancora più avversione.
Vorrei che le donne fossero motivate a partecipare grazie a una buona informazione, vorrei che gli uomini non vedessero noi come delle avversarie o delle competitrici ma come delle collaboratrici, e vorrei un buono allenamento per fare sì che le donne siano meglio preparate.

Saluti,
Maria José.

  • 03 Maggio 2001 Risposta di Gunilla Sterner almessaggio di Maria José Nicolas

    Sono d'accordo quando dite che le donne devono lavorare al di fuori e all'interno dei partiti politici. In Svezia, la raggione per la quale i partiti hanno alla fine fatto delle liste presentando tanti nomi di donne quanti di uomini, alternandoli, è che, da un gruppo di donne, veniva una minaccia di costituire un partito politico per le donne. Questo partito avrebbe ottenuto molti voti espressi dalle donne, come ci ha insegnato l'esperienza dell'Islanda e della Norvegia. Attualmente, disponiamo di esperti nel campo dell'uguaglianza dei generi all'interno delle amministrazioni locali che possono aiutare i gruppi di donne rimaste all'esterno. Ma, non abbiamo una opposizione aperta nei riguardi delle donne politiche in Svezia, questa è più sottile.

  • 04 Maggio 2001 Contributo di Rosa Peñalver Cuotas

    Do qui alcune riflessioni e informazioni sul soggetto della "partecipazione delle donne alla politica", riferendomi all'esempio spagnolo che conosco meglio.

    1. La politica delle quote è un mezzo addattato per fare aumentare la ciffra delle donne che partecipano al processo politico ?

    In Spagna, non esiste nessuna legge sulle quote alla quale i partiti politici sono sottoposti, ma i partiti di sinistra (PSOE et IU, 1998) hanno preso l'impegno di una presenza femminile di 25% e 30% sulle liste elettorali. Cosi' è avvenuto un cambiamento dentro il nostro Parlamento (Congreso de los Diputados) visto che in 20 anni siamo passati di 6% a 17% di presenza femminile alle elezioni dove sono state imposte le quote.

    Le quote interne ai partiti sono riuscite a fare aumentare il numero di donne nelle assemblee elette. Pertanto, si deve prestare attenzione a i diversi sistema di elezione in ogni paese. Se ci interessiamo all'uguaglianza di genere, è essenziale osservare la posizione in cui appagliono i nomi delle donne sapendo che la scelta migliore consiste nell'alternare i nomi degli uomini e i nomi delle donne.

    Nel caso della Spagna, i partiti politici della destra hanno criticato i partiti di sinistra per la loro scelta di presentare delle liste composte di nomi di uomini e di donne in uguaglianza. Dicevano che nei loro partiti, le donne competente non avevano bisogno di quota e che raggiungevano i posti di decisione da sole. Pero questo non è vero, in più questo implica che gli uomini candidati al Parlamento (94%) sono perfetamente qualificati essendo giusto loro stessi poichè nessuno nega che abbiano tutte le quote.

    Malgrado tutte le critiche, i partiti di destra hanno anche incluso nelle loro liste più nomi di donne (hanno anche sovrapassato il numero di donne presentate dagli altri partiti) e l'hanno utilizzato nel corso della campagna elettorale per dire che anche senza quota avevano presentato più donne. Tuttavia, queste donne non erano in posizione di vincere l'elezione, come l'ha dimostrato la stessa elezione.

    Alla fine, solo le liste che presentono in un modo alternato nomi di donne e nomi di uomini permetterebbero di aumentare il numero di donne elette.

    Oggi i partiti di sinistra hanno proposto come quota : "nessuna lista elettorale con meno di 40% di nomi rappresentando un genere o più di 60% rappresentando l'altro genere".

    Conclusione : benché i commento siano opposti, le quote sono un mezzo transitorio che puo condurre a delle modificazioni in un corto tempo e, fino a oggi, sono state gli strumenti che hanno portato i migliori risultati.

    2. Sarebbe possibile che la legge imponga ai partiti politici delle quote al momento delle elezioni, come è stato fatto in alcuni paesi ?

    Non penso che in un breve tempo una legge sulle quote sia adottata in Spagna, al contrario di quello che è stato fatto in Francia, in Portogallo e in India.

    Pertanto, dobbiamo tenere conto del Trattato di Amsterdam, secondo il quale "i membri del Parlamento Europeo devono essere eletti grazie a un voto universale e a una procedure uniforme e basata sui principi communi a tutti gli Stati Membri". Finché realizzare questa convergenza elettorale, una Direttiva Europea puo' obbligare gli Stati Membri a adattare le loro legge. E' forse il momento giusto per noi di chiedere e di organizzare una procedura elettorale unica che tiene conto delle regole pervenute dal Trattato di Amsterdam sull'uguaglianza.

    Considero che è il momento giusto per esercitare delle pressioni sulle istituzioni finché esse rinforzino la propria legitimità. Quale legitimità possono avere delle istituzioni nelle quale 52% della popolazione non è rappresentata ? La democrazia paritaria deve essere uno dei punti più importante della riforma elettorale. E' il momento giusto per lottare per essa grazie ai partiti progressisti, alle associazioni di donne, alle associazioni per l'uguaglianza, ai lobby di donne, ecc.

    Vorrei anche fare notare che secondo degli studi fatti da donne costituzionaliste in Spagna, solo una legge puo assicurare alle donne un'uguaglianza in un tempo più o meno breve. Hanno analizzato la giurisprudenza fino a ora e hanno concluso che una quota legale non sarebbe contraria agli articoli 23 o 1.2 della nostra Costituzione. Cio' significa che è necessario e possibile modificare la nostra legge elettorale finché imponere delle quote.

    Conclusione : E' una questione di decisione politica degli uomini al potere per ora ; ma non sembrano interessati a questo soggetto. Nondimeno, grazie alle modifiche del Trattato di Amsterdam, è probabilmente il momento giusto per combattere per modificare la legge per una democrazia paritaria.

    3. Le donne vogliono realmente dedicarsi alla politica ? Sono pronte a considerarsi come uguale agli uomini in questo campo ?

    La presneza rara delle donne nel potere politico è diventato un problema politico. E' difficile presentare le raggioni di questo fatto. Ci sono anche poche donne militante nei partiti e questo incomincia a creare dei conflitti con i compagni maschi visto che le donne sono meno numerose e, pertanto, sono assicurate di ottenere un posto grazie a delle quote che non sono in proporzione a loro numero.

    Ma c'è anche qualcosa altro di cui tenere conto : le donne che oggi partecipono alla politica devono sacrificare alcuni dei loro principi, una certa libertà di vita, devono accettare le esigenze derivando del mondo organizzato dagli uomini. Devono inserirsi in un "spazio-tempo" che è una struttura fatta da e per gli uomini.

    Siccome, la conciliazione tra la vita di famiglia e la vita politica rimane difficile, le donne sono scoraggiate.

    Per quanto riguarda la competenza, abbiamo ora una generazione di donne le più qualificate di tutta la storia del paese. Ma siccome non si rimette in causa la competenza degli uomini, non sarebbe giusto farlo per le donne.

    Conclusion : Per quanto riguarda il potere, possiamo chiederci se è possibile modificare, grazie alla nostra presenza nelle istanze di decisione, i parametri che regolamentano l'accesso al potere. Si deve quindi iniziare delle azioni per avviare un cambiamento dell'organizzazione sociale che sarà fondata sui principi condivisi tra uomini e donne.

    Informazione : Il gruppo parlamentario Izquierda Unida (Unione della Sinistra) d'Aragon ha presentato al Parlamento d'Aragon una Proposta sulle "condizioni per l'uguale accesso degli uomini e delle donne ai mandati elettorali e alle funzioni elettivi". Vi informeremo di questa evoluzione. Se viene approvata, la proposta condurrà a un importante cambiamento nella legislazione di questa regione di Spagna e potrebbe essere seguita da altre regioni.

  • 07 Giugno 2001 Contributo di Eva De Gea

    IL RUOLO DELLE DONNE
    (Estrato del Gironale "El Pais")

    Dove sono le donne?

    Come nel 1997, Blair ce l'ha fatto senza donne candidate e, secondo i sondaggi, lo rimpiangerà.

    ISABEL FERRER | Leicester


    Soltanto due donne politiche, il precedente primo ministro Margaret Thatcher, con la sua veemente repulsione contro l'Euro, e la conservatrice portavoce dell'Interno Ann Widdecombe, di cui ostinazione è di contenere il flusso degli immigranti, hanno attratto l'attenzione dei cittadini durante la campagna elettorale. Il resto delle donne candidate, sia del partito Tories, Labor o Liberal Democratic hanno incontrato molte difficoltà per parlare direttamente ai votanti nella lotta condotta da i colleghi maschi. I tre partiti, criticati in un modo similare per aver ignorato le loro donne, assicurano che solo una discriminazione positiva potrà risolvere l'irregolarità che potrebbe costarli più che un voto.

    Le cose sono state alquanto diverse quest'anno per le cento donne deputati del partito Labour che sono state elette alla Camera dei Comuni (Commons) nel 1997, quando Tony Blair ha per la prima volta vinto le elezioni. Esse con tre delle competente Segretarie dello Stato in Educazione, Lavoro e Commercio, o la così popolare Mo Mowlam, il precedente Ministro dell'Irlanda del Nord, sono diventate quasi invisibile durante le ultime settimane. La campagna, pianificata e dominata dai loro colleghi maschi, non lascia nessuno spazio per le donne e hanno dovuto cercare dei voti nelle loro circoscrizioni elettorali, mentre il loro leader visitava da solo le scuole, gli istituti per i bambini e gli ospedali di cui il miglioramento era stato uno delle loro responsabilità da quattro anni.

    E' vero che il numero di donne non appare insufficiente, ma la scarsa presenza delle donne durante gli eventi pubblici dell'attività politica, come lo è un'elezione, ha affetto i partiti. Il partito Labour presenta oggi 149 donne su un totale di 640 candidati, il partito Conservative 87 su 659, e il partito Liberal Democrats 140 su 639. Tony Blair, William Hague e Charles Kennedy hanno assicurato che la differenza tra donne e uomini era meno grande che prima. Tuttavia, secondo gli esperti, solo 6.6 per cento dei politici britannici che appaiono nella mass media durante le prime settimane della campagna erano delle donne. Immagini di moglie o fidanzate dei leader politici, come Cherie Blair, Fion Hague e Sarah Gurling hanno occupata lo spazio riservato alle donne, anzi che spiegare le proposte delle donne candidate.

    Alcuni fidabili giornali, come l'Indipendent, hanno criticato l'assenza delle donne. Hanno ricordato che le uniche donne che sono riuscite a fare irruzione nelle agenda dei partiti sono state delle donne cittadine come Sharon Storer, la moglie di un paziente ammalato di un cancro che non trovavo un posto letto in nessun ospedale, e che aveva accusato Tony Blair di non preoccuparsi della Sanità pubblica. Le altre figure riconoscibile erano quelle di una studentessa, Jo Balchin, che aveva abbracciato il leader del Labor partito durante una visita della scuola. Una vignetta dello stesso giornale mostrava un Blair vincitore che teneva nella sua mano un rotolo di cerotti dopo avere morso le deputate del Labor. L'Observer estima che le conseguenze dell'esclusione delle donne candidate sarà visibile oggi nel conto delle votazioni. Secondo un sondaggio (MORI), l'assenza di donne candidate visibili ha fatto sì che fare scendere il voto delle donne da 73 per cento a 68 per cento alla fine del mese di maggio.

    Paradossalmente, le donne sono molto presente nel cerchio il più vicino a Tony Blair. Come candidato del Labor partito, si è circondato di collaboratrice nel bus elettorale che lo porta attraverso il paese. Cinque donne si occupano della sua agenda, lavorano per il successo delle sue visite e interagiscono con la stampa nazionale e internazionale. Il resto, specialmente se sono state elette alle elezioni del 1997, hanno dovuto rassegnarsi con una smorfia quando Gordon Brown, Ministro delle Finanze e capo che ha concepito la campagna elettorale, non rispetta il suo turno di parole, nonostante la domanda fosse indirizzata alle donne.


  • 14 Giugno 2001 Contributo di Lola Frutos Balibrea

    La lotta per una democrazia paritaria nei nostri Parlamenti ha un valore simbolico per la conquista dell'uguaglianza nel resto della società. Pero entrare nel Parlamento non è sufficiente se le donne non entrano nelle sfere economiche e scientifiche visto che tutti due sono dei posti chiavi di potere e è lì che i veri ostacoli per le donne si incontrano.
    Penso che sia necessario di avere un numero più elevato di donne nel processo decisionale all'interno delle istituzioni accademiche, scientifiche e economiche più importanti. E questo pensiero deriva dal fatto che se esiste una gran differenza tra una piccola elite e il resto delle donne, c'è il rischio che queste donne, colore che hanno il potere, possano essere isolate. Un altro rischi sarebbe che loro soffrissero di quello che un autore ha chiamato "il sindrome di essere regina": sente di essere l'unica e di non avere tempo da perdere o sforzi da fare per quelle donne che vengono dopo di lei.

    Lola Frutos Balibrea, Murcia (Spagna)

RIASSUNTO PRIMO TEMA

28 Maggio 2001 Dopo avere ricevuto i diversi interventi sul primo soggetto del Forum, vi propongo un riassunto delle idee principali. Risulta, prima, che la partecipazione delle donne in politica non è sufficiente e che questa bassa percentuale di partecipazione non è buona per la democrazia. Infatti, non si deve pensare che le donne "facciano" della politica come gli uomini. Al contrario, hanno un certo pragmatismo e una sensibilità che permettono loro di aver un approccio differente alla politica. Risulta anche dai messaggi che il voto di una legge sulla parità tra uomini e donne per le elezioni è un male necessario: poiché l'uguaglianza in questo campo non può essere raggiunta in un altro modo, dobbiamo passare dalle norme legislative che, come è stato sottolineato, rappresentano un mezzo per fare cambiare le idee. Tuttavia, l'immagine delle donne può essere indebolita da una tale legge che tenga conto di loro come une minoranza che necessita una protezione particolare.
Per aumentare la partecipazione diverse proposte sono state presentate. In primo luogo, si dovrebbe lavorare all'interno dei partiti politici al fine di fare crescere le mentalità. In secondo, converrebbe organizzare gli orari del lavoro della vita politica in un'altro modo perché le donne non sono pronte, forse, a sacrificare la vita di famiglia, la qualità della vita, per una carriera politica. In fine, occorrerebbe modificare l'organizzazione della società che, in generale, da più importanza al lavoro degli uomini e da loro un lavoro di responsabilità.


SECONDO TEMA

20 Aprile 2001 Movimento "Le Cagne da Guardia" per lottare contro le ingiurie o altre oscenità rivolte alle donne politiche

Salve, vi propongo un nuovo soggetto di riflessione, cioè il movimento chiamato "Les Chiennes de Garde" : "Le Cagne da Guardia", si tratta di un gruppo composto di uomini e di donne creato per lottare contro le ingiurie o altre oscenità rivolte contro le donne politiche.
Questo gruppo mira a ridicolizzare gli uomini che si permettono d'ingiuriare le donne politiche. Per fare ciò, il gruppo, per esempio, si presenta nei ristoranti dove pranzano tali uomini e abbaiano contro di loro.
Le domande che possono essere poste sono per esempio :
1) Perché ancora oggi alcuni uomini si permettono di ingiuriare le donne politiche trattandole come puttane o altre cose molto simpatiche?
2) Si può considerare che queste ingiurie sono il risultato del gioco della politica (tutto ci è permesso?; Gli uomini tra di loro si ingiuriano?… certamente non usando lo stesso tipo di volgarità) oppure queste parole dimostrano quanto questi uomini considerino la donna inferiore?
3) Ritenete che tale metodo, concepito per lottare contro questa brutta abitudine, sia efficace e sufficiente ?
4) Se consideriamo necessario intervenire, quale altro mezzo si può immaginare ?


CONTRIBUTI AL SECONDO TEMA

  • 04 Maggio 2001 Contributo dalla Svezia

    Devo dire prima di tutto che questo tipo di problema è un po' insolito per noi in Svezia. Gli uomini non sono generalmente cosi' concreti nei loro insulti contro le donne. La maggior parte degli uomini usa degli insulti contro le donne anche qui, ma questi insulti sono raramente detti in pubblico. Quando parlano delle donne, o quando parlano in pubblico, sono molto piu' educati e nascondono i loro brutti pensieri. Può succedere che dicano delle donne che sono troppo deboli o che impiegano troppo tempo per fare qualunque cosa visto che devono sempre discutere tutto, o qualcosa del genere.

    Se un uomo politico svedese trattasse una sua collega come una puttana, sarebbe sulla prima pagine della stampa e tutti ne sarebbero scandalizzati. Questo non significa che in Svezia non si dibatte a proposito delle parole malvenute che usano gli uomini contro le donne. Ma la maggior parte del tempo, se ne discutte a scuola visto che li' un problema nasce : i ragazzi spesso trattano le compagne come puttane.

    1) Puo darsi che il clima politico in generale sia più difficile nel luogo da cui proviene tale esempio (Francia ?), ma comunque non si deve giustificare. Quello che mi chiedo è se queste parole vengono utlizzate all'esterno del quadro politico formale o anche al di dentro ? Questo accade più in certi partiti politici o è un problema tranversale a tutti i partiti ? Se non si tratta di un problema generale, penso che i partiti siano responsabili dei loro membri e che dovreberro impedire a essi di continuare la carriera politica. Se li lasciano continuare per la via politica, questo è una prova che esiste una cultura pessima in questi partiti.

    2) Non tutto è permesso in politica! Direi anzi che è il contrario. Se la gente che governa il paese o una regione non è in grado di dimostrare un certo rispetto nei confronti degli altri, come si puo chiedere agli altri di avere rispetto. Inoltre, non penso che gli uomini fra di loro usino dello stesso tipo di linguaggio. Quando uomini si criticano tra di loro, parlano generalmente dei soggetti e raramente delle personne che militano per queste idee. Gli uomini possono insultare le donne perchè le considerano inferiori, ma il fatto di utilizzare tale parole dimostra che sono loro ad essere inferiori alle donne insultate. Perchè, altrimenti, utilizzerebbero degli insulti al posto di affrontare gli argomenti delle donne?

    3) All'inizio, pensavo che il metodo usato era un po' strano. Voglio dire, cosa puo' uscire di bello abbaiando contro gli uomini al momento del pranzo? Dopo, ho ripensato a tutti i tipi di disobbedienza civile che oggi hanno condotto a una megliore democrazia, a una libertà di parole e all'uguaglianza. Puo darsi che sia utile lavorare a partire dell'assurdo. Tuttavia, penso che sia meglio lavorare sul fondo, cioè organizzare dei dibattiti nei mass media, nelle scuole, nel ambito politico, al fine di modificare i comportamenti e non soltanto le manifestazioni delle idee.

TERZO TEMA

29 Maggio 2001 "Pari salario e Organizzazione degli orari di lavoro".

Nell'attuale società, constatiamo ancora una distinsione di stipendi tra donne e uomini, la remunerazione del lavoro delle donne essendo, per un'occupazione identica, inferiore a quella dell'uomo. Questa situazione, anche se denunciata, certe volte, non è tanto l'oggetto di misure positive. Come spiegare una tale inerzia dei poteri pubblici ed anche, dei sindacati ? [Vedere l'iniziativa lanciata da Arcidonna su questo soggetto].
Inoltre, rimane vero che oggi le donne devono lavorare di più, hanno meno diritto all'errore e che sono assunte a dei posti di lavoro per i quali sono sovra qualificate, ciò si aggiunge all'ineguaglianza degli stipendi.
Da qualche anno ormai, le donne subiscono la flessibilità del lavoro. Così, il lavoro part-time è troppo spesso imposto alle donne che ricevono di conseguenza uno stipendio inferiore a quello che potrebbero pretendere essendo materialmente disponibile per un lavoro a tempo pieno.
Poi, l'organizzazione in Francia delle 35 ore di lavoro può estendersi sull'anno (conteggio annuale delle 35 ore) e avere degli effetti negativi. Quest'opzione è stata applicata notevolmente nel ambito della gran distribuzione. La conseguenza è che le donne (alla cassa) rimangono sottomesse a dei ritmi di lavoro difficili, delle lunghe giornate con tempi di riposo lunghi duranti i quali non posso fare nulla, la maggior parte di loro abitando lontano dal posto di lavoro (periferia), cosa che ovviamente non migliora la qualità di vita ne la remunerazione.
In fine, si deve ricordare che, secondo le statistiche, la disoccupazione delle donne rimane superiore a quella degli uomini.

Cosa ci può dire dell'esperienza del suo paese? Esiste una parità degli stipendi? Delle azioni sono condotte per lottare contro l'ineguaglianza salariale? C'è una presa di coscienza generale del problema?


CONTRIBUTI AL TERZO TEMA

  • 14 Giugno 2001 Contributo di Jens Kruhøffer

    Risultato del Consiglio delle Affari Sociali e del Lavoro del 11 Giugno 2001.

    E' stato un riuscito Consiglio con tre accordi politici su delle direttive chiavi e generalmente un incontro costruttivo sul futuro che ha incluso una discussione sullo sviluppo sostenibile.

    Terzo, il Consiglio è anche arrivato a un accordo politico all'unanimità ad una posizione comune per quanto riguarda un emendamento importante alla Direttiva 76/207/EC sull'uguaglianza di trattamento tra uomini e donne al lavoro. Gli elementi chiavi di quest'accordo (che include un generale aggiornamento della legge in quest'ambito) sono: le molestie sessuali sono riconosciute come una discriminazione tra generi, quindi è richiesto dal datore di lavoro di fornire un posto di lavoro libero sulle molestie; quando i padri prendono un congedo parentele, devono essere trattati su un piede di uguaglianza con le madri quando tornano al lavoro.

    Tuttavia, la Commissione ha preso una dichiarazione perché non c'era il numero di punti addizionali dalla Commissione e dal Parlamento sull'accordo politico.
    In ogni modo, la conciliazione si fa sulla direttiva. Si dovrebbe terminare il processo di conciliazione dovrebbe visto che stiamo per arrivare alla data limite (verso la fine dell'anno) come era stato deciso nelle conclusioni di Stockholm.

    Per quanto riguarda il mainstreaming tra i generi, il Consiglio ha accettato di continuare la pratica del mainstreaming tra generi sia nell'ambito della politica sia in quello del lavoro e degli affari sociali. La presidenza Svedese si è riferito al lavoro fatto sui problemi della ricerca e nell'ambito dello sviluppo. La presidenza Belga ha indicato che sarà messo l'accento sul processo di Barcelona e sulle linee di condotta economiche (la presidenza Svedese ha indicato che il soggetto del mainstreaming dei generi sarebbe affrontato all'occasione del Consiglio Europeo di Göteborg).


  • 18 Giugno 2001 Contributo di Louise Malmström

    A proposito della parità salariale e dell'organizzazione del lavoro.

    La parità salariale è una realtà in Svezia. Anche se la legge impedisce di trattare gli uomini e le donne in un modo diverso, anche per quanto riguarda i salari, rimane sempre un problema. Qualche anno fa si poteva notare una tendenza a ridurre le differenze di salari tra uomini e donne, pero sfortunatamente stiamo tornando in dietro e, dagli anni 90, le differenze sono di nuovo aumentate. Viene facile nasconderlo quando lo studio porta sulle differenze salariali condotto in diversi campi lavorativi. La gente pensa che è per puro caso che i lavori dominati dalle donne siano i meno retribuiti.
    Ma quando si osserva la differenza di salario tra uomini e donne che hanno lo stesso impiego e più difficile dare una spiegazione. E sono numerosi gli esempi di tale situazione. Interviene anche una complicata organizzazione delle ore lavorative, soprattutto al momento in cui si tratta di posti di lavoro che impiegano le donne, anche se penso che era molto più comune prima (l'unione ha lavorato contro un tal fatto per molti anni).

    Se senti di essere trattato in un peggior modo confronto ai colleghi a causa del tuo genere, indipendentemente della questione del salario o qualcosa altro, in Svezia puoi protestare presso l'unione. Se non possono aiutare a trovare una soluzione, è possibile parlare con il commissario dell'uguaglianza (che per la prima volta in Svezia è un uomo). Alla fine, la causa può essere presentata alla corte del lavoro.

    A proposito della consapevolezza del problema, la riposta dipende della persona alla quale la domanda è rivolta. L'unione e le associazioni di donne se ne preoccupano ovviamente. Suppongo che questo sia vero per la gente avendo frequentato studi superiori. Penso anche che le cose migliorano con il tempo, le nuove generazioni essendo più informati di questo fatto confronto a prima. Ma rimangono sempre importanti gruppi di persone che non lo considerano assolutamente come un problema sia tra i giovani che tra i più grandi. Siccome il nostro paese in molti aspetti rispetta formalmente l'uguaglianza, molte persone non vedono le barriere nascoste all'uguaglianza. Questo permette di risolvere i problemi ancora più difficili poiché si deve incominciare il processo rendendo gente consapevole che esistono dei problemi da risolvere.


  • 19 Giugno 2001 Contributo di Lola Frutos Balibrea

    Uguale retribuzione e organizzazione del tempo di lavoro

    In Spagna, gli stipendi delle donne sono più bassi di quelli degli uomini, com'è dimostrato nel Salaries in the Industry and Services Survey pubblicato dallo Statistics National Institute. Secondo le informazioni date da quest'inchiesta, le donne guadagnano ogni mese in media 50.000 pesetas (300 Euro), meno di quanto gli uomini guadagnano.

    Probabilmente questa notevole differenza tra i generi è dovuta al fatto che gli impieghi delle donne si concentrano dentro delle categorie professionali sottovalutate. L'aumento del settore dei servizi ha preso in Spagna meno tempo che nel resto dei paesi europei. Nel 1985, raggiungeva 50 per cento. L'immagine del settore economico, da un lato, rinvia quella di un settore di produzione principalmente mascolino, con un importante parte in paragono del totale degli impieghi, e dal altro lato, il settore dei servizi conosce una forte presenza femminile, tranne che per i servizi dati alle imprese. Un altro gruppo crescente è quello della pubblica amministrazione. Il destino professionale comune delle donne era nel commercio e nella distribuzione, anche se questa direzione sta diventando sempre meno ricercata dai giovani.

    Un altro fatto interessante è che nella Regione di Murcia si guadagna meno che nel resto della Spagna (sia per gli uomini che per le donne), e la differenza tra uomini e donne è più notevole a Murcia. Specialmente le donne ingegnere e (Tecnica) Scienziate subiscono le più forti differenze.

    Esiste una discriminazione contro le donne che presentano delle caratteristiche uguali a quelle degli uomini (qualificazione, capacità e esperienza), le donne sono remunerate con un salario inferiore a quello dell'uomo per lo stesso lavoro; ma esiste anche una discriminazione concreta: se le donne hanno normalmente l'incarico di un lavoro "di donne", allora questo implica uno svantaggio economico per quanto riguarda il salario.
    In Spagna, c'è una discriminazione fondata sul sesso nelle negoziazioni collettive. Dobbiamo tenere conto che la negoziazione collettiva presenta le seguenti caratteristiche: esiste una decentralizzazione (ci sono troppe negoziazioni collettive) e una dissociazione (si applicano a troppi piccoli settori). Il risultato è che esiste un'ineguaglianza fra lavoratori nello stesso ambito economico. E' specialmente vero per il settore dei servizi, dove troviamo il numero più alto di donne. Le negoziazioni collettive in questo settore regolamentano soltanto soggetti come il salario o i giorni di lavoro, ma non danno importanza alla situazione delle donne in questo ambito.

    In funzione dell'ambito di un'applicazione territoriale, esistono quattro diversi tipi di negoziazioni collettive:

    1. Quelli Provinciali
    2. Quelli delle imprese Provinciali
    3. Quelli Nazionali
    4. Quelli delle imprese Interprovinciali
    Ci sono molte provinciali negoziazioni collettive che si riferiscono alle "donne delle pulizie", di cui stipendio è normalmente più basso di quello dei "lavoratori/uomini non specializzati". La maggior parte delle negoziazioni collettive che generano delle classificazioni discriminatorie appartengono al settore dei servizi (commercio, lavoro in alberghi, centri sanitari e ospedali).
    In una relazione regionale fondata sull'esperienza che ho fatto, pubblicata da Economic and Social Council (LOLA FRUTOS BALIBREA (1997): El empleo visible de las mujeres en la Región de Murcia) ho potuto verificare che:
    - Le donne si sentono meno discriminate nel loro stipendio nel settore amministrativo che nel settore privato.
    - Guadagnano troppo poco (più di 50 per cento guadagna meno di 100.000 pesetas - 601 Euro), specialmente nel settore del commercio e all'interno di piccole imprese (con un numero basso d'impiegati).
    - Abbiamo scoperto un altro fatto interessante nella relazione regionale empirica quando abbiamo chiesto alle lavoratrice: "chi guadagna di più nella sua impresa, nella stessa categoria?". Un'importante parte delle risposte era che non sapevano, e il sentimento generale era che entrambi genere guadagnavano la stessa cifra. Eppure, 11.7 per cento delle lavoratrici dichiara che gli uomini nella stessa categoria nella loro impressa guadagnano più di loro. Dopo l'inchiesta, abbiamo potuto concludere che c'era una notevole relazione tra la discriminazione salariale e l'impressa e, al contrario, nessuna discriminazione nell'amministrazione pubblica.

    - Malgrado il fatto che l'amministrazione sembra essere un datore che tratta le donne nel migliore modo, risulta di un'alta percentuale delle risposte che esiste una discriminazione fondata sui sessi nelle istituzioni amministrative collegata alla gerarchia. Più la funzione era alta, meno era accessibile per le donne. Ho potuto anche confermare che a Murcia la parte delle donne che controllano la gente che ha delle responsabilità su altre persone era di 6 per cento.

    - La consapevolezza delle discriminazioni lavorative, in questa relazione, era più alta dalle studentesse universitarie, le donne più grande, le donne auto-impiegate e le donne con bambini.

    In Spagna, le donne passano meno tempo al giorno sul posto di lavoro e all'università (2.2 ore) che gli uomini (5 ore). Mentre lo stato maritale o il fatto di avere bambini non influenza il numero di ore per gli uomini, influisce tanto quelle delle donne, perché il loro tempo della loro formazione e della loro attività professionale è ridotto.

    La via professionale che conduce a delle funzioni di direzione implica un lavoro a tempo pieno, una continuità al lavoro, significa lavorare più ore di quanto è deciso e avere una mobilità geografica. Esistono delle misure che facilitano la permanenza delle donne nel loro lavoro, per esempio un congedo di maternità e dei giardini d'infanzia. Normalmente, l'accesso a delle funzioni di direzione avviene durante gli anni i più produttivi della carriera professionale, attorno a 40 anni. Ciò che significa che il periodo fra 30 e 40 anni è cruciale per i potenziali direttori finché farsi delle esperienze e fare la prova delle loro conoscenze in diversi posti con sempre più responsabilità. Per le donne, tutto questo corrisponde non soltanto con gli anni di fecondità e d'educazione dei bambini, ma anche con il momento di decadenza dei loro genitori e la responsabilità di curarli.

    Ecco perché sarebbe un aiuto per le donne se si desse la possibilità sia al padre che alla madre di prendere un tempo fisso per occuparsi dei bambini. In Spagna, le donne passano sette volte più tempo che gli uomini nella routine quotidiana dei lavori di pulizia, e secondo le cifre, l'applicazione della legge sul shared household responsabilities (dividere le responsabilità della casa) è stata soltanto usata dalle donne in quasi 100 per cento dei casi.

    La sfida consiste in equilibrare i diritti individuali e le obbligazioni sociali di cura: dividere le occupazioni sociali non pagate tra uomini e donne, ridurre il salario degli uomini e aumentare il tempo che gli uomini passano nella loro famiglia, aumentare i servizi offerti dallo Stato, ecc.

    Nella mia opinione, sarebbe un'iniziativa legale interessante di istituire il congedo obbligatorio per occuparsi dei bambini per gli uomini. Nei paesi come la Spagna, la "Cultura del Sud" è profondamente nelle radici, voglio parlare degli stereotipi di quello che gli uomini e le donne devono fare. Se il congedo per badare ai bambini è facoltativo, influisce sul mantenimento di questi stereotipi. Come diceva il noto sociologo Merton, è la profezia che diventa vera lei stessa, e in questo modo niente cambia.

    In Spagna, esiste ancora una resistenza contro il lavoro delle donne a causa dell'impatto che può avere sui bambini. La società rifiuta di accettare le richieste femminili di partecipare al lavoro permettendo agli stereotipi di essere trasmessi (per esempio, le donne non sono delle lavoratrici brave, utili, disponibile come gli uomini perché assumono le responsabilità della famiglia), o conducendo a un alta percentuale di disoccupazione femminile. La società non libera le donne delle loro obbligazioni familiare, come lo fa per gli uomini, e lì è il paradosso di considerare il lavoro delle donne come un rinuncio per la famiglia, quando lo stesso lavoro degli uomini è considerato come una consacrazione e un sacrificio.

    Siccome gli uomini sono supposti avere le obbligazioni del lavoro, affidano alle donne le responsabilità della famiglia e delle pulizie quotidiane, considerando il lavoro della donna non come un'obbligazione ma come qualcosa di volontario, specialmente nelle famiglie le più povere. Questi problemi non sono così importante per le donne che fanno parte delle classe medie e ben qualificate.

    In un'inchiesta fatta dal CIS (Sociological Research Center) in 1994, 56 per cento delle persone intervistate erano d'accordo su questa frase: "quando la donna ha un lavoro tempo pieno la vita familiare soffre". Le indagini sociologiche, con delle tecniche qualitative, hanno dimostrato che l'opinione degli uomini è: se le donne amano lavorare, devono affrontare le conseguenze. Alcuni di loro considerano a dirittura il lavoro della donna come un divertimento e non uno sforzo, perché se sono contente è perché sono molto rilassate.

    Analizzando queste risposte, sembra che lavorare per dei soldi sia una nuova terapia femminile che rende la vita più soddisfacente. Potremmo pensare che le donne sono più privilegiate visto che si dedicano a un lavoro più gioioso, comico e simpatico, in condizioni comode, visto che hanno una piccola quantità di lavoro e visto che si stancano poco. Ecco perché le donne possono tornare a casa pronte per incominciare il lavoro in casa che aspetta loro.

    Un altro problema consiste nella svalutazione del lavoro in casa. Anche l'analisi femminista ha contribuito a questa svalutazione quando ha visto in questo lavoro le radici della discriminazione e della condizione di dipendenza delle donne. L'applicazione delle nuove tecnologie alle case ha anche contribuito alla svalutazione. Il suo prestigio è così basso che nelle conversazioni quotidiane la gente identifica il dedicarsi ali lavori in casa come "fare niente". Le donne preferirebbero fare tutt'altra cosa e gli uomini resistono all'idea di dividere questo lavoro. Forse è per questo che le donne hanno deciso di avere pochi bambini o di rimandare il loro arrivo (in Spagna, abbiamo il tasso di nascita il più basso al mondo). Quindi, penso che dovremmo incominciare a sviluppare le obbligazioni legali per gli uomini. Se dovessero prendere il congedo paternale, occuparsi dei bambini apparirebbe un compito normale sia per gli uomini che per le donne.

    Un altro aspetto interessante per finire è il bisogno di regolamentare la situazione delle donne all'interno delle negoziazioni collettive, e il bisogno di esperti in genere finché evitare le differenze di genere. Le condizioni di lavoro della maggior parte delle donne dovrebbero essere riviste, per esempio, per queste donne che lavorano nel packaging (confezione) dei prodotti nelle regioni di Cartegna e Murcia (Spagna) vincolate a delle grosse macchine. Queste donne fanno un lavoro specializzato per il quale hanno tutte imparate, grazie al lavoro in casa, che essere attente a tutti i dettagli è molto necessario per il confezionamene finale del prodotto da esportare. Eppure, il loro lavoro ci ricorda più il taylorismo (sono l'appendice della macchina, è la macchine che impone il ritmo di lavoro) che un lavoro in una società post-industriale. Ecco perché chiamiamo loro dei mercati interni, come dei ghetti per le donne (e altre collettività, come immigrati). Quindi, è necessario riprendere le negoziazioni collettive con una prospettiva di genere e anche in vista di una loro reale applicazione.

    Lola FRUTOS (Murcia)


  • 25 Giugno 2001 Contriburo di Julie Parrish

    LA GIOIA DELLE DONNE PER LA LORO CARRIERA E' CROLLATA.

    Tania Branigan
    Mercoledì 13 giugno 2001
    The Guardian

    La soddisfazione delle donne per la loro carriera è crollata visto che ricevono così poco aiuto al lavoro e in casa, come lo dimostrano dei nuovi studi. Solo il 9% delle donne che lavorano in UK dicono di volere lavorare a tempio pieno se avessero la possibilità di scegliere, secondo un'indagine attuale. Un'altra inchiesta, che sarà pubblicata domani, afferma che solo il 29% delle donne sono contente del numero d'ore di lavoro. Dieci anni fa, la maggioranza era soddisfatta. Dal momento in cui le donne impiegate hanno incominciato a penetrare le alte sfere, molte di loro hanno preso delle responsabilità supplementari al lavoro, continuando a avere l'incarico di pesante responsabilità familiare. Quasi la metà delle donne che lavorano hanno bambini sotto l'età di cinque anni. 68% delle donne sostengono che potrebbero godere il lavoro se avessero soltanto questo da fare. Ma 60% delle impiegate a tempo pieno assicurano che si occupano della quasi totalità delle pulizie e più di 90% delle madri che lavorano affermano avere sulle spalle tuttora il peso del lavoro dei bambini. Più delle metà delle donne intervistate dicono che la loro azienda non propone nessuna gratifica per le donne con bambini. Solo 5% delle donne dicono che l'impresa propone un asilo-nido agli impiagati. Un'indagine presso 5000 donne dipendenti è stata condotta per la rivista Top Santé in associazione con Bupa. I risultati sono rinforzati da uno studio sul tempo lavorativo realizzato per il Economic and Social Research Council, che sarà presentato durante la conferenza annuale di Acas, il servizio di concilazione, che si svolgerà domani. L'indagine presso 2500 impiegati dimostra che va aumentando il numero degli uomini e delle donne rimasti delusi della loro carriera. I risultati sono stati paragonati con uno studio precedente. Nel 1992, 35% degli impiegati uomini erano molto o pienamente soddisfati del tempo lavorativo, pero nel corso di quest'anno siamo passato a 20%. Anche se le loro colleghe donne erano più appassionate, hanno anche perso l'entusiasma molto più rapidamente; nel 1992, 51% erano soddisfatte del loro lavoro, ma secondo la nuova inchiesta solo 29% dicono esserlo oggi. La maggioranza dello staff dice lavorare più ore non per guadagnare di più ma perché era richiesto. "Tempo, e non denaro, è per molti la barriera per godere una vita più ricca", dice Michael White dell'Istituto degli Studi di Politica, che è all'origine dell'inchiesta con un'equipe proveniente della London School of Economics. Aggiunge: "la motivazione degli impiegati continuerà a declinare tranne se i dipendenti si svegliano a la nuova realtà". Gli impiegati insoddisfatti preferiscono, un po' come i loro colleghi più contenti, essere alla ricerca di un nuovo lavoro piuttosto che mettere nel lavoro sforzi supplementari. Un'inchiesta realizzata per il Dipartimento dell'Educazione e del Lavoro in novembre dell'anno scorso dimostra che la maggior parte degli uomini, come le donne, desidera delle sistemazioni più flessibili come un lavoro condiviso e un lavoro a tempo ridotto sulla settimana. Il governo considera le proposte dando alle madri che lavorano il diritto di lavorare a tempo ridotto nel corso dell'anno seguente la nascita dei bambini. * I figli vanno meglio a scuola, corrono meno pericolo di essere coinvolti in crimini e hanno più capacità sociale quando i padri e le madri partecipano alla loro educazione, secondo il risultato di un'inchiesta. In che cosa sono bravi i padri? è stata compilata da una centinaia di inchieste nell'ambito dei progetti sulla famiglia condotte da Charlie Lewis, un professore e uno psicologo dell'Università di Lancaster.


TEMI PER IL MENTORING POLITICO

02 Maggio 2001 Rapporti fra vita privata e politica

Salve, vorrei riportare a voi tutte donne politiche una storia francese, di cui la "vittima" è stata Dominique Voinet, ministro francese dell'ambiente, e sapere se tale "esperienza" è già stata vissuta da voi o se potrebbe capitarvi.
Ecco la storia : l'anno scorso, mentre il ministro era andata lontana dal territorio francese in vacanza con la sua figlia piccola, è avvenuto, lungo le coste ad ovest della Francia, un incidente che ha provocato il riversamento di greggio detto "la marea nera" ; il ministro, dicendo che comunque non poteva fare nulla contro l'espansione del petrolio, aveva allora deciso di rimanere in ferie con sua figlia ; questa sua decisione non è stata assolutamente accettata dalla popolazione e, così, è dovuta tornare... soltanto per mostrarsi alle vittime della "marea nera", alle telecamere, per mostrare che lei aveva a cuore questo problema...
Ora, sarebbe cambiato qualcosa se si fossero aspettati altri 3 giorni in più ?
Perché non si accetta e non si rispetta la vita di famiglia quando si tratta di donne politiche ?
E' così in tutti i paesi ?


19 Giugno 2001
Domande per le mentor

Cosa l'ha spinta, da princio, ad entrare in politica?
Gli amici, la passione, la famiglia?
A quale età ha cominciato?


CONSIGLI DALLE DONNE POLITICHE PER IL MENTORING

  • 02 Maggio 2001 Contributo di Valeria Ajovalasit

    Sarebbe successo anche in Italia, la politica purtroppo è diventata spettacolo e dunque impone anche alle donne che fanno politica ,regole e riti ormai vuoti e simbolici,dimenticando contenuti e veri bisogni.Occorre dunque cambiare i tempi e i modi della politica, penso che in Finlandia ,ad esempio,dove la presenza massiccia delle donne nei governi ha imposto nuove regole del fare politica, la Ministra sarebbe rimasta in ferie con la figlia.La necessità dunque di invadere pacificamente i luoghi di decisione è un obiettivo per noi donne irrinviabile e irrinunciabile.
    Valeria Ajovalasit

  • 03 Maggio 2001 Contributo di Vita Orlando

    Quello di non poter sempre fare delle vacanze " totalmente tranquille" è il prezzo da pagare quando un Paese ti ha dato fiducia e quando si è convinti di rendere un servizio per la realizzazione del Bene Comune di una Nazione; a maggior ragione quando l'emergenza che si verifica rientra nello specifico del proprio incarico: Ministro dell'Ambiente in rapporto ad un disastro ambientale( riversamento di greggio o marea nera).
    Non si tratta di dimostrare niente a nessuno (telecamere, stampa...)!
    E' indispensabile coscienza politica quella di mettersi a totale disposizione per la risoluzione delle emergenze che si vanno presentando e che ti appartengono.
    Per tutto il periodo dell'incarico è necessaria una continua disponibilità ed un' assunzione piena delle responsabilità insite nell'incarico, senza possibilità di deleghe.
    Inoltre la vita di famiglia è pienamente accettata e rispettata se si anticipa di soli tre giorni (o anche più ) il rientro dalle vacanze, trattandosi di un'emergenza, di un disastro ambientale che può provocare gravi conseguenze che travalicano anche il proprio territorio.
    Il rispetto della vita familiare non è solo un problema di donne politiche che si devono occupare dei figli ( piccoli o grandi che siano) ma prescinde dal genere femminile o maschile e dal Paese di appartenenza.
    Cordiali saluti, Vita Orlando

  • 10 Luglio 2001 Contributo di Louise Malmström, ABF Norrköping, Svezia
  • A proposito del tempo, delle donne e della politica

    So che questa risposta arriva un po' tardi, ma ho alcune riflessioni su una domanda che era stata fatta da uno dei partners a Maggio. Si chiedeva se la ragione per la quale poche donne entrano in politica consisteva in orari di lavoro non adatti e nel fatto che molte riunione politiche si svolgono la sera tardi, tutto ciò che rende una vita di famiglia normale impossibile.
    Penso che l'assenza di donne in politica ha molto da vedere con gli orari, specialmente per le donne giovani. Se uno studio fosse condotto sulle donne che sono implicate nella politica a Norrköping, sarebbe scoperto che molto spesso queste donne non sono sposate, non hanno bambini, e se ne hanno i figli sono cresciuti. Ci sono veramente poche madri con bambini piccoli che sono pronti ad offrire tante serate a settimane per lavorare nella politica.
    Alcuni incontri politici a Norrköping si svolgono durante il giorno. Questo significa che anche le donne con famiglia possono partecipare al lavoro politico, come la maggior parte di noi in Svizzera che lavoriamo e affidiamo i bambini ad asili. Ma allora si presenta un altro problema, il lavoro privato. Se hai un lavoro dove i colleghi entrano in una situazione veramente spiacevole tutte le volte in cui sei fuori del lavoro, sei comunque intrappolata, anche se ottieni un compenso economico a causa delle entrate più basse di quelli giorni. Certe volte può essere peggio che di stare lontano dai propri bambini alcune notti a settimana.
    Ho una bambina di due anni e lavoro quasi a tempo pieno nell'ambito della politica. Molte delle mie serate sono prese e certe volte è ancora addormentata la mattina quando parto da casa e è già al letto quando torno di sera. Cerco di compensare tutto ciò durante le fini settimane, durante le vacanze e i lunghi periodi di chiusura (che ormai ho!) e passo quasi tutto il mio tempo con lei. Pero questo non potrebbe andare bene ovviamente se suo padre non prendesse tutte le sue responsabilità per lei quando non sono né le vacanze né la fine settimana.
    Penso che molto potrebbe essere fatto per adattare meglio la vita politica e quella della famiglia. Rendere più facile portare i bambini alle riunioni politiche è un esempio. Ma lì, come negli altri ambiti, penso che è più una questione di attitudini e un problema di uguaglianza quando si tratta di dividere il lavoro a casa e di occuparsi dei bambini. Come mai, al contrario, è possibile per gli uomini con famiglie di entrare in politica con le circostanze attuali?