Iran: donna giustiziata. Aveva ucciso il marito mentre stava stuprando sua figlia Stampa
E' successo a Teheran. Le associazioni umnaitarie protestano. Ma nel paese, si continuano a calpestare i diritti delle donne

Non si ferma il boia in Iran. All'alba nel carcere di Ewin, a Teheran, sono state impiccate dieci persone accusate di omicidio, tra le quali una donna che, secondo alcune organizzazioni iraniane a tutela dei diritti civili, aveva ucciso il marito perche' aveva stuprato sua figlia. Il giudice che ha assistito all'esecuzione delle condanne ha riferito che la donna - identificata dal quotidiano 'Vatan Emrouz' come Fatemeh Pajoh, 50 anni -aveva ucciso "il 'marito temporaneo tagliando a pezzi".
I 'matrimoni temporanei' o 'di piacere' sono unioni provvisorie che i musulmani sciiti ritengono essere approvati dalla legge islamica. Dopo il trionfo della Rivoluzione Iraniana, nel 1979, il 'regime dei mullah' ha definito oltre cento reati puniti con la pena di morte, tra cui l'omicidio, il traffico di droga, lo spionaggio, ma anche l'omosessualita', l'adulterio e la blasfemia contro l'Islam. Di recente il Parlamento iraniano ha approvato una legge che aggiunge alla lista anche il delitto di "alterare l'opinione pubblica", una misura che e' stata duramente criricata dai gruppi a difesa dei diritti umani a causa della sua ambiguita'. Lo scorso mese di settembre, l'organizzazione Human Rights Watch (HRW) ha detto che la tutela dei diritti umani in Iran e' peggiorata con il governo di Mahmoud Ahmadinejad, al potere dal 2005. Secondo HRW, durante il mandato di Ahmadinejad, il numero delle condanne a morte "e' quadruplicato". Con le ultime esecuzioni, il numero delle sentenze capitali eseguite quest'anno e' almeno a quota 216 (fonte AFP). Secondo Amnesty International, nel 2007 l'Iran ha avuto il macabro primato di aver eseguito il maggior numero di esecuzioni capitali dopo la Cina (almeno 317).